Viaggiare dopo l’epidemia: valutazioni di alcuni dati di un sondaggio commissionato da Airbnb

Quali cambiamenti apporterà il Coronavirus alle nostre abitudini di viaggio?

In questi giorni di quarantena, le nostre case sono il nostro mondo, luoghi protetti in cui ci sentiamo al riparo dall’epidemia.

Questa semplice considerazione induce a ritenere che, in una proiezione post COVID-19, gli appartamenti in affitto breve da privati, potrebbero essere ritenuti più sicuri degli hotel come luogo in cui soggiornare.

Uno spunto di riflessione in tal senso ci giunge da un sondaggio commissionato da Airbnb a Decode_M, condotto negli Stati Uniti tra il 13 e il 16 marzo 2020.

L’indagine si focalizza su un punto che ci appare determinante: “Quando torneremo a viaggiare dopo COVID-19, cercheremo di avere una maggiore attenzione sugli alloggi dove soggiornare e ciò recherà un vantaggio “intrinseco” per le locazioni a breve termine rispetto agli hotel?”.

Secondo il sondaggio la risposta è affermativa e, questo trend si fonderà anche sulla reputazione che la piattaforma Airbnb si è costruita nel corso di questi anni.

Tra le varie domande poste ai consumatori, particolare importanza riveste l’opinione seguente: “In generale, di quanto ti fidi che ognuna delle seguenti società faccia la cosa giusta?”, coloro che hanno selezionato “fidati fortemente” hanno scelto Hilton (52 percento), Airbnb (50 percento), Marriott (50 percento).

La piattaforma Airbnb, dunque, otterrebbe la stessa fiducia delle maggiori catene alberghiere al mondo.

Secondo questo sondaggio Airbnb offrirebbe ai propri clienti un maggiore controllo sugli spazi in cui si soggiorna.

E’ particolarmente interessante soffermarsi su questa domanda posta agli intervistati:

“Con quale delle seguenti affermazioni sei più d’accordo? Se dovessi viaggiare, mi sentirei più a mio agio a stare in un hotel dove ci sono molte altre persone (il 26 percento). Se dovessi viaggiare, mi sentirei più a mio agio presso un alloggio Airbnb dove siamo solo io e la mia famiglia (74 percento). ”

Sebbene si tratti solo di un sondaggio, peraltro commissionato dalla stessa Airbnb, riteniamo che le risposte alle domande possano offrire validi spunti di riflessione.

All’indomani dell’emergenza Coronavirus, l’esigenza di viaggiare sarà molto sentita ed è prevedibile che ci si sposterà in un primo momento all’interno dei territori nazionali. A nostro parere, la preferenza per le locazioni brevi sarà sospinta dalla ricerca di un maggior controllo sull’igiene dei luoghi in cui si soggiorna.

Le case in affitto breve saranno preferite ad altre tipologie di alloggio anche per il sopraggiungere di fattori emotivi e dalla maggiore sicurezza avvertita negli ambienti domestici.

Tra gli affitti brevi, quelli gestiti professionalmente potranno garantire standard maggiori di pulizia, ambienti sanificati e un’attenzione rigorosa alle norme igieniche.

Affidarsi ad una società di gestione di affitti brevi assicura più tutela sia agli ospiti, sia ai proprietari che rientrerebbero in possesso dei loro appartamenti perfettamente riordinati e igienizzati.

Se ci basiamo sui comportamenti già in essere in Cina, così come analizzato nel nostro articolo incentrato sulla Revenge spending, possiamo affermare che nel nostro Paese la ripartenza della domanda turistica potrebbe attivarsi dalla fine di maggio, per intensificarsi da fine giugno.

Gli operatori del turismo dovranno farsi trovare pronti a gestire un flusso di viaggiatori attenti ed esigenti e con bisogni anche in parte diversi rispetto al passato.

Le società di gestione di affitti brevi professionali come CleanBnB sapranno guidare i proprietari preparandoli ad amministrare il ritorno a guadagnare con soggiorni brevi e a rispondere alle nuove esigenze dei guest.

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