Unione Europea: in attesa delle misure per la ripresa del turismo
Il Coronavirus ha avuto un forte impatto su tutti i Paesi che basano la propria economia sul turismo.
Il settore travel e quelli a esso connessi sono senza dubbio tra i più colpiti dalla crisi sanitaria.
Tutta la filiera turistica, durante la cosiddetta fase 1, è stata sostanzialmente ferma.
Gli operatori del settore, tra cui CleanBnB, società attiva nella gestione professionale delle locazioni di breve durata, hanno agito in ottemperanza ai decreti, nella massima responsabilità personale e collettiva.
I turisti, che tradizionalmente iniziano a spostarsi proprio nel periodo primaverile, sono stati in parte sostituiti da altri tipi di viaggiatori, impegnati direttamente nelle attività connesse all’emergenza.
CleanBnB è stata infatti tra i promotori del progetto #stateacasanostra, dando comunque il proprio contributo per ospitare il personale sanitario impegnato in prima linea contro il CoVid-19.
Per quanto riguarda l’Unione europea, il settore del turismo conta 2,3 milioni di imprese, principalmente piccole e medie (PMI), che danno lavoro a circa 12,3 milioni di persone.
I dati di riferimento disponibili ci dicono che il settore dei viaggi e del turismo ha contribuito direttamente al PIL dell’Unione per il 3,9%, occupando il 5,1% della popolazione attiva totale (pari a 11,9 milioni di persone).
È inoltre il quarto comparto di export dell’Unione, con un consumo che genera più di 400 miliardi di euro di entrate.
Nel Vecchio Continente, sono la Grecia e il Portogallo i due Paesi dove è più rilevante il peso del turismo sul PIL. L’Italia, secondo stime operate dal Sole24ore a partire dai dati del WTTC occupa il decimo posto.
Dunque, è l’intera Europa ad aver subito un grave contraccolpo al settore.
Per comprendere la rilevanza di questi dati è sufficiente sapere che prima della pandemia, più di un quarto dei viaggi internazionali dei cittadini dell’Unione Europea è stato fatto verso altri Paesi dell’UE.
Trovare soluzioni efficaci affinché vi sia una rapida ripresa del settore è necessario, oltre che doveroso.
La Commissione Europea attraverso una serie di manovre sostiene il rilancio del settore.
Il 20% del piano ripresa dell’Unione Europea è destinato a superare l’impatto del Covid-19 sul turismo con un piano di investimenti di circa 1.500 miliardi di euro.
Nei giorni scorsi, la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea ha tenuto una videoconferenza informale dei ministri responsabili del turismo con l’obiettivo di individuare le migliori strategie per sostenere il settore turistico.
Nel corso della conferenza, è intervenuto il Commissario europeo per il mercato interno Thierry Breton che ha citato le misure messe in atto fino ad oggi, oltre ad un piano di rilancio per l’industria europea, paragonato addirittura ad un nuovo “Piano Marshall”, cioè il piano per la ricostruzione postbellica dell’economia europea.
Il Commissario ha parlato della necessità di interventi rapidi, di pragmatismo e creatività e di una iniezione di fondi senza precedenti. Ha anche affermato che nessun Paese può superare da solo questa terribile crisi: serve un’Unione più forte e più resiliente.
Significativo anche l’intervento del Presidente della Commissione, il ministro del Turismo croato Gari Cappelli, che si è espresso a favore di una apertura di corridoi turistici tra gli stati membri:
“Il settore del turismo ha registrato un immenso e inaspettato calo della domanda a causa dello scoppio della pandemia di Coronavirus. La nostra missione è quella di essere, come membri dell’Unione Europea e come parte della regione turistica di maggior successo al mondo, leader nella ripresa del turismo, che come attività orizzontale influisce direttamente sulla ripresa dell’intera economia.
Per l’Italia è intervenuto il ministro dei Beni Culturali e Turismo Dario Franceschini che si è espresso affinché una quota consistente del “Recovery Fund”, vale a dire il fondo garantito dal bilancio dell’Unione Europea per l’emissione dei cosiddetti recovery bond, sia destinata al turismo:
“Serve subito una forte iniezione di liquidità e un’azione di coordinamento europeo per gestire la ripresa delle attività, la mobilità delle persone e gli aspetti legati alla salute degli operatori e dei turisti. È essenziale scongiurare le tentazioni di alcuni Paesi di agire autonomamente, a proprio vantaggio, su decisioni fondamentali come la libera circolazione delle persone tra paesi”.
La Commissione Europea è dunque al lavoro per strutturare non solo finanziamenti da erogare per rilanciare le attività turistiche, ma anche strategie mirate alla gestione delle frontiere e delle attività stagionali.
La UE e i suoi Stati membri stanno dunque ipotizzando misure per attenuare l’impatto socioeconomico della crisi anche attraverso una risposta multilaterale alla ripresa del turismo, che necessita di sostegno, fiducia e soluzioni innovative.
La fase attuale è quella del confronto e della progettazione degli interventi. Riteniamo che, data la complessità della materia, occorra almeno un mese prima di essere in grado di valutare le prime misure di concreta applicazione. Sarebbe auspicabile una maggiore rapidità anche in vista della stagione estiva ormai alle porte.
CleanBnB è attenta a seguire l’evoluzione del settore del turismo post Covid-19, auspicando strategie trasversali tra i Paesi dell’UE che favoriscano il rilancio del comparto turistico, ivi incluso l’ormai rilevante e crescente segmento degli affitti brevi, oltre che di ogni altro settore economico coinvolto dalle conseguenze della pandemia.
La nostra società è a disposizione delle autorità italiane ed europee per costruire un percorso concreto di ripartenza, nel pieno rispetto delle regole e senza derogare ai requisiti di professionalità.